Settembre 23, 2021

Le Vie di Plat e Ferraris sulla Rivista “Le Guide di Alp”- 1994

  1. Tetto di Sarre- Sarre

“Il Tetto di Sarre è certo lo spot più conosciuto dell’intera Valle d’Aosta. Dalla faticosa palestra di artificiale di un tempo, si è passati alle sempre faticose vie scavate di oggi, creazioni iniziali di Andrea Plat, senza dubbio il più attivo attrezzature valligiano, a cui si devono intere falesie e la dimostrazione delle vaste possibilità della Regione. Altri climber hanno in seguito rilevato il testimone al Tetto, creando e modificando itinerari. Il dato fondamentale della parete è in effetti la mancanza di prese su uno strapiombo impressionante a quasi 45°, di roccia mediocre. Sta dunque all’apritore il costruire la via e far sì che questa sia interessante o meno: tutto dipende dal suo genio creativo. Vedrete che la salute delle vostre dita, appendici fondamentali del climber, è ora tutelata da prese giudiziosamente casellate. Le vie si possono percorrere a rate, con difficoltà progressiva, a seconda del punto in cui ci si cala. Se volete arrivare sino in cima scegliere Parsifal, forse la migliore: basta fare l’8b! Inutile dire che l’arrampicata è particolarmente atletica e che si può scalare con la pioggia. […]”

2. Leverogne- Arvier

“La falesia del salto di qualità valdostano. Difatti sono state queste piccole pareti a ricevere le cure del solito Andrea Plat e di Luca Ferraris, entrambi appassionati di strapiombi e alta difficoltà. Alla fine degli Ottanta questo era il luogo dove trovare le prime vie di grado otto della Valle e Plat nell’88 riusciva ad aggiudicarsene una delle più belle: Jerico 8a+. Anche Luca, dotato di straordinaria forza, due anni dopo raggiungeva lo stesso grado in una prima rotpunktLadri col cappello, non in questa falesia, ma nella palestra vicino a casa, alla sale, lanciando sempre più l’arrampicata valdostana oltre il limite dell’8a. A Leverogne, invece, Ferraris stupiva i climber in quegli anni per le solitarie su vie di tutto rispetto. […]”

3. Montet- Morgex

“E’ una delle falesie locali più recenti ed è anche l’ultima della nostra rassegna sulla Valle d’Aosta. E’ stata creata nell’autunno del ’92, indovinate da chi? Andrea Plat. Risposta esatta ma facile, pochi punti del totofalesie.  A pochi passi da Morgex, lungo la dorsale che porta al Colle San Carlo, ecco comparire un valloncello usato un tempo come cava, che presenta una parete di aspetto dubbio. La Falesia è difatti costituita una base di ardesia ricoperta da una crosta di roccia similcalcarea. Questa superficie esterna è spesso colpita con concrezioni, camme e lamette, molto piacevoli. Quello che non piace a molti è invece il rimbombo dei rinvii quando toccano la roccia, poiché spesso vi è un’intercapedine d’aria. Non è però il caso di voltare pagina, sono stati condotti test prima di attrezzare la parete e la chiodatura, effettuata con lunghi fittoni e la resina, è la prova di boma. L’arrampicata è molto interessante sugli itinerari più frequentati, davvero di puro stile calcareo. Ottimo lavoro svolto, sovvenzionato dal Comune di Morgex, con tanto di sentiero con corda fissa e piazzole alla base dove vi era troppa pendenza. Ideale la frequentazione in piena estate poiché la falesia è praticamente sempre in ombra. […]”

4. La Revoire- Valgrisenche

“[…] Frequentata già negli anni Settanta, questa parete di gneiss è stato il primo centro, in alta valle, a vedere tracciate vie impegnative. Hans Marguerettaz vi crea Missione speciale 7b, e Andrea Plat e Nello Longo la liberano nell’86: è l’entrata  della zona nella ricerca della difficoltà. Oggi lo stile della parete può sconcertare più di un climber vezzo agli appigli sintetici del garage. Qui infatti le prese e gli appoggi, piccoli e sfuggenti, non si lasciano trattare se non con una buona dose di tecnica e una temperatura adeguata. Parecchie vie di livello 6 e 7 sono dunque a chi sa muoversi bene sul tecnico, ma non dimenticate che il settore destro della parete offre itinerari di più facile comprensione per chi non ha voglia di sforzare troppo le meningi. La parete è frequentabile per un lungo periodo dell’anno, essendo esposta al sole quasi tutta la giornata. D’estate sono consigliabili le ore serali, almeno che non vi piaccia scalare sul sapone. Altra nota positiva è la chiusura della cava che si trova a fianco della parete che si trovava a fianco della parete fino a pochi anni fa. Ne ha guadagnato la tranquillità del luogo ed è scomparsa la possibilità di veder distrutta la via provata la domenica precedente….

5. La Bethaz-Valgrisenche

“Un insieme di falesie gravita intorno alla piccola frazione de La Bethaz. E’ veramente il caso di dire che c’è da accontentare ogni arrampicatore, il tutti unito ad uno splendido paesaggio alpino che viene fornito, gratis, da ogni falesia. Partiamo appena a ridosso dell’abitato. Pochi minuti di marcia, a naso, vi conducono al Settore Rinco, quattro blocchi a scagliate, firmati da Plat, con una decina di vie sino al 7c+. Tranquillità garantita: non si vede mai un clinker! La sterrata principale vi porterà poi alla fascia strapiombante del Settore Gare 90, con tre vie (una sempre bagnata). Le praticabili sono di 7c+ e 8a: continuità, una bella sfida a vista, per chi se lo può permettere… Si riprende a salire e al marcato tornante del sentiero ecco apparire spit, ravvicinati, sulle belle placche inclinate sovrastanti. Finalmente un settore alla portata di principianti e tranquilli, con perfetta chiodatura. [….]

6. Pareti delle Gare- Valgrisenche

“Sono state proprio le gare a far scoprire la Valgrisenche e le sue grandi possibilità per l’arrampicata sportiva. E anche qui entra in scena l’immancabile Andrea Plat, tracciatore di gare e creatore di falesie per l’occasione, e l’attivissima società locale “Up&Down”, un sodalizio tra i più attivi nell’organizzare competizioni. Una interregionale, tenutasi nell’88, e una nazionale, l’anno seguente, hanno motivato l’apertura di più itinerari in queste due falesie comodissime, davvero ideali in estate. Si esce dall’auto e pochi passi in un bel prato portano alla base della prima falesia, soleggiata al mattino e all’ombra al pomeriggio, momento in cui spira quasi sempre del vento, per migliorare la possibilità di una bella prestazione sulle numerose vie. Queste sono leggermente strapiombanti nella zona gare 88, verticale in genere sulla nerastra struttura del 1989, anch’essa velocemente raggiungibile. Lo stile di scalata, tecnica di resistenza, piace molto ed è infatti un luogo di incontro favorito dai climber valdostani, big compresi. […]”

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