Settembre 28, 2021

30 anni di passione

di Dalbard Massimo, concorrenti del concorso di chiodatura 2020

Courtil, Placche di Oriana, settore sinistro

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ACCESSO

Da Hone direzione Champorcher. A Pontboset girare a destra al bivio per Biel, Courtil. Parcheggiare nella frazione di Courtil (Sbarra). Seguire il sentiero per Pian De Fiù, Placche di Oriana 1450m.30 min. circa. Raggiunto il Piano, seguire verso sinistra la strada che porta al Col Courtil. Al primo tornante, alle cave di pietra, prima della sbarra inizia il sentiero tra i faggi che porta all’attacco. La via si trova sulla destra di “Spirito DiVino” con partenza sullo spigolo.

STORIA

L’instancabile Marco Vacchiero ha scoperto questo luogo ormai più di 20 anni fa, facendone fin da subito il suo “cantiere” perfetto. Dalle sue placche, allora vergini, che partono da un bosco di bei faggi, ha creato vie (tutte rigorosamente chiodate dal basso) adatte ed apprezzate da ormai tanti frequentatori delle multipich.

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L’inventore delle Placche però, non soddisfatto, l’inverno scorso ha trovato ancora una volta uno spazio non sfruttato per inserire un altro suo nuovo itinerario.

Trent’anni dedicati a questa sua grande passione che vogliamo celebrare con questa relazione/evento: Marco ha raggiunto un ammirevole e meritato traguardo!

La sua pazienza, la sua inventiva per la lettura e la scelta delle linee dimostrano concretamente il tanto e duro lavoro fatto. Tutto ciò grazie alla sua grande PASSIONE appunto, una parola che accomuna tutti i chiodatori.

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ITINERARIO

La via, tutta in appoggio si presenta facile, ben protetta, ma mai così banale. I tiri superiori sono abbastanza aerei. Questi sono ben esposti sulla cresta L.7 e L.9 e da questi si può godere di un bellissimo panorama verso la bassa e fondo Valle. L’itinerario è rivolto al più ampio numero di climbers. L’arrampicata facile, piacevole è per tutti. Introduce serenamente e in sicurezza anche chi vuole iniziare l’arrampicata “plaisir” su vie lunghe anche da primo.

Insomma un’altra bella opportunità per frequentare e conoscere meglio questo territorio difficile e poco conosciuto turisticamente.

L1: 5 placca un po’ viscida se umido.
L2: 4 placca più breve sosta su anelli e maillon da collegare.
L3, L4, L5: 4 placca con piccoli risalti.
L6: 4 placca finale con terrazzo.
L7: 3/4 trasferimento dalla balconata su facile cresta. Dalla S.7 calata verso nord (albero con cordone) traversare piccola cengia erbosa (spit con cordino) scendere una piccola verticale fino al colletto, poi corda fissa fino a S.8.
L9: 3/4 cresta sommitale facile e panoramica.
L8: 5 partenza verso destra spigolo poi placca.

Discesa: si effettua dall’ultima sosta in doppia nel canalino a destra nella direzione di un grosso abete. La calata (tot. 6 doppie max 30 m.) prosegue seguendo la linea degli spit della via “Martin” (chiodata dallo stesso Marco Vacchiero). Le soste sono tutte attrezzate con catena e anelli inox. Alla base si segue la traccia che porta alla strada.

DETTAGLI

Via chiodata nell’autunno 2019/ Inverno 2020 dal basso.

Marco Vacchiero, Barbara Squinabol, Massimo Dalbard e Gianni Bordet.

Spit inox da 10/60mm e 10/90 mm. Soste spit inox 10/90mm con anello e maillon inox da collegare.

9 lunghezze, 30 m max, sviluppo 280m, Difficoltà max 5 obblig.4; 10/12 rinvii, corda 60m, fettucce e/o cordini.

Arrampicata in prevalenza su placca ben lavorata con ottima aderenza e grip. Solamente il primo tiro in ombra, quando umido, è un po’ scivoloso.

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PARTICOLARITA’

Il chiodatore fin da subito ha evidenziato la possibilità di proseguire dalla S.9 a destra da prima su facili cenge erbose poi in cresta, superando un passaggio (protetto da corda fissa) che in circa 1,30h porta alla cima del Mont. Charvatton. In sostanza una breve e suggestiva escursione su un bel crinale da cui si possono ammirare le montagne della Bassa Valle immerse in un ambiente ancora oggi selvaggio ed incontaminato.

Particolare è anche il tipo di roccia: La Pietra Verde di Courtil e la rispettiva cava era conosciuta soprattutto per l’ineguagliabile qualità delle sue “lose”, utilizzate per la copertura dei tetti valdostani e di molti castelli della zona (Forte di Bard, Issogne, Verres).

Le caratteristiche venature bianche, le macchie verdi e le sfumature da giallo a verde pistacchio sono dovute alla naturale distribuzione di minerali colorati nella sua pasta rocciosa.

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