Palestra di roccia “Berrio della Croix”

Screenshot-2025-05-28-101751-1 Palestra di roccia “Berrio della Croix”
Screenshot-2025-05-28-102106 Palestra di roccia “Berrio della Croix”
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Accesso : Provenendo da Torino, sulla autostrada A5 direzione Monte Bianco uscire al casello Aosta E27/Gran San Bernardo, continuare su E27 oltrepassare la lunga galleria in direzione Gran San Bernardo, all’uscita svoltare a destra verso Frazione Signayes SR28/Bionaz, seguire il cartello per la Valpelline, alla rotonda proseguire su F. Signayes, andare dritto lungo la strada principale che conduce verso la Valpelline, a Frazione Rhins, svoltare a sinistra e seguire quindi indicazioni per Comune di Doues, la strada prosegue per splendidi tornanti, raggiunto il piccolo centro del paese di Doues lasciare la Chiesa alla propria destra e si svolta a sinistra seguendo l’ampio tornante che sale in direzione della frazioni alte (Cretaz), si segue la strada principale per circa 3-4 km (5-10 min.) fino all’indicazione della Frazione “Praz Bas” si svolta quindi a destra seguendo una stradina asfaltata in leggera discesa, dopo circa 200 metri lasciare la macchina nell’ampio spiazzo sulla sinistra in corrispondenza dell’agglomerato di antiche case.
Avvicinamento :
Proseguire in discesa lungo la strada asfaltata principale che in corrispondenza delle ultime abitazioni poi diventa sterrata (importante quindi lasciare la macchina nel luogo sopra indicato).
Da qui proseguire per circa una decina di minuti a piedi su comoda strada poderale in leggera discesa sino a raggiungere la Palestra di roccia che si trova sulla propria sinistra scendendo.
Totale 30 minuti da Aosta

STORIA

Tutto è cominciato nel 2020 in periodo di pieno lockdown quando anche uscire 100 m da casa non era consentito, le libertà costituzionali ristrette al minimo e le norme di urgenza sanitaria strozzavano la gola in una gelida morsa.
In questo periodo buio Angelo Baroni e Marco Bernardini si sono incontrati per la prima volta in corrispondenza della parete l’uno intento a pulire i numerosi muschi appeso ad una statica e l’altro con in mano le scarpette da arrampicata si accingeva a fare i suoi esercizi di free solo in parete per allenare un po’ la tecnica.
Entrambi fuggiti dalle mura domestiche per respirare un po’ di aria buona di fronte al bellissimo panorama che si gode da questa località.
La palestra di roccia è nata dallo spirito di amicizia e dalla voglia di realizzare un sito di arrampicata in un luogo che fino ad oggi ne era completamente sprovvisto.
Sergio Petey è stato anch’esso l’anima portante, autore di numerose linee è stato probabilmente il più attivo nella cura e nella pulizia della stessa, in pratica considerandola un po’ a ragione la “sua creazione”.
A lavori quasi eseguiti Angelo Baroni ha deciso di coinvolgere le istituzioni facendo diventare questa falesia una delle poche in Valle d’Aosta ad essere gestite ed in larga parte finanziate da un ente pubblico, il Comune di Doues, in questo caso.
Da subito l’amministrazione comunale si è mostrata aperta e ben contenta di una simile iniziativa.
Pur essendo il territorio da antica tradizione rivolto a ben altri altri tipi di attività, l’elasticità mentale mostrata da Sindaco e Vice Sindaco sono state a dir poco lungimiranti.
Dopo le varie vicessitudini incontrate in sede di lavori di messa in sicurezza e disgaggio oggi la falesia può dirsi pienamente fruibile sotto l’egida di una guida alpina e della istituzioni locali.
Il primo settore, che non sarà oggetto di questa relazione, non è ancora aperto, in loco sono visibili già le soste ma le vie sono state smontate in attesa dei lavori di messa in sicurezza dei massi soprastanti.

relazione_social_Berrio_Croix6-909x1024 Palestra di roccia “Berrio della Croix”

Da sinistra : Angelo Baroni , Marco Bernardini e Sergio Petey

CHIODATURA

Modalità
Le vie sono state attrezzate dall’alto, ogni linea è stata pensata, provata in mulinette e successivamente liberata in top rope.
La pulizia della parete è stata una parte fondamentale: sono stati rimossi massi instabili, prese e appigli molto fragili che si sarebbero comunque rotti arrampicando.
La posa dei fix è avvenuta solo dopo aver arrampicato e individuato i punti più agevoli per rinviare la corda, sempre cercando un compromesso fra sicurezza e fluidità della progressione.
I punti di sosta anch’essi sono stati posizionati pensando alla pratica dell’arrampicata in mulinette cercando di ridurre al massimo gli attriti della corda, ove possibile, ma senza mai mettere da parte la solidità della roccia sulla quale sono ancorati.
In conclusione pur non essendoci una legge di riferimento che regoli e certifichi nel dettaglio l’attività di chiodatura di itinerari di arrampicata sportiva si può comunque con tutta tranquillità affermare che si sono seguite le linee guida, le prassi e consuetudini applicate in larga parte per decenni da Guide alpine e professionisti della montagna al fine di praticare in sicurezza questo sport.
Etica
Nell’individuazione dei singoli itinerari di arrampicata si è privilegiato la ricerca delle linee logiche che “la pietra” ci indicava; linee che stavano lì da sempre e che noi abbiamo solo riportato alla luce.
Questo richiedeva una sintesi tra le nostre “capacità di chiodatura” e la natura della roccia stessa.
Nello stesso tempo nel posizionamento degli ancoraggi si è privilegiato l’aspetto della sicurezza, troppo spesso sacrificato in nome delle presunte difficoltà.
A tale proposito ci sembra di poter dire che: nella “chiodatura” delle falesie, in un contesto dunque a carattere sportivo, non si sia ancora compreso la differenza tra un itinerario pericoloso e un itinerario difficile e di conseguenza gli itinerari non dovrebbero essere chiodati in base alla bravura dell’ apritore, ma dovrebbero essere il più possibile sicuri su ogni grado di difficoltà sfatando l’insensato principio di attrezzare in base alle difficoltà, tipico delle vie alpinistiche.
A tale proposito è bene ricordare senza fare nomi, che molti forti climber odierni si sono fatti male su difficoltà per loro ridicole proprio perché la chiodatura era esigua o perché saltavano il rinviare la corda. Quindi troverete, in alcuni punti, fix ravvicinati che evitano una caduta, sempre possibile, su una sporgenza o su un terrazzino sottostante.

Materiale tecnico
Il materiale utilizzato per la chiodatura e posato in loco è certificato secondo le norme EN 959-2007 (UIAA123) ovvero quello omologato e comunemente utilizzato per la pratica dell’arrampicata sportiva.
In particolare i fix di progressione sono composti da tasselli M 10 x 60/20 e piastrine entrambi in acciaio inox AISI 316L e tasselli M10 x 60 con piastrina entrambi con doppia zincatura.
Sono state rispettate le combinazioni consigliate dal produttore: tassello e piastrina sono sempre dello stesso materiale.
Le soste invece sono tutte in acciaio inox e prodotte dalla ditta Kinobi di Castelfranco Veneto di Emanuele Pellizzari; ciascuna di esse ha il proprio moschettone di calata incorporato, in acciaio inox, della ditta austriaca Austri Alpin.
Tutto il materiale utilizzato presenta le certificazioni necessarie per legge al fine del suo più generale utilizzo incluso quello dell’arrampicata sportiva.
Le vie sono state tutte segnate tramite posa di targhette in alluminio indicanti nome e difficoltà della via.
Tempistiche
I lavori di chiodatura e pulitura sono avvenuti nell’arco di un anno solare, senza considerare i vari ritocchi che si sono resi necessari nel corso di questi ultimi anni.
La messa in sicurezza dal punto di vista geologico ha richiesto qualche settimana mentre ciò che ha portato via più tempo sono state le necessarie verifiche e le varie procedure amministrative di appalto e accertamento tecnico da parte del comune e dei vari geologi.
In totale possiamo dire che complessivamente sono stati necessari 4 anni.

DESCRIZIONE

Le vie al momento agibili sono in totale 17 di altezza variabile dai 15 ai 20 metri.
Servono massimo 12 rinvii e si consiglia di portarne sempre due da mettere in sosta per non usurare eccessivamente il moschettone fisso a ghiera.
La presente falesia si presta molto per l’esecuzione di corsi, famiglie e per arrampicatori che scalano agevolmente fino al grado 6A.
A tal proposito sono stati allestiti dei punti di sosta (2 fix ravvicinati) alla partenza delle vie: La Cerise, Perrouaz, Plataz e Javiod per eseguire manovre di corda, soste e progressione multipich.
Il periodo di frequentazione consigliato sono le mezze stagioni, inverno ed anche in piena estate ma solo al di fuori delle ora centrali essendo esposto a sud le temperature sulla roccia potrebbero essere elevate per la pratica di questo sport.
L’arrampicata è prevalentemente di piedi, su placche appoggiate e di dita, fino ad arrivare al verticale ed a tratti strapiombante in alcune vie.

Elenco delle vie:
Le Bouvier 6A
La Cerise 6A
Chatelair 7A+
Dialley 5B+
La Cretaz 6B
Plataz 6A
La Coud 5C
La Perrouaz 5B
Meylan 6B
Orbaney 7A
Le Ploutres 6B
Le Lusey 6C
Planavillaz 6B+
Javiod 5C
Doues 6A+
Posseil 6A
Prabas 5C

La palestra di roccia come sopra descritta è situata in un bel posto, facile da raggiungere, caratterizzata prevalentemente da un’arrampicata non fisica ed ultimo ma non per importanza la chiodatura è plaisir.

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